mercoledì 13 maggio 2020

step #16 Ada Lovelace: una struttura per il pensiero



 Nella foto Charles Babbage, colui che creò un sostegno per la memoria rappresentato dalla Analytical Machine e Ada Lovelace, la quale concretizzò la struttura del pensiero nei primi programmi informatici della storia.


Ada Lovelace, figlia del noto poeta Lord Byron è considerata la prima programmatrice informatica della storia e la sua figura si presta a diventare testimonial e rappresentante del termine in analisi in questo blog: la "Struttura". Questa donna, negli anni in cui conduceva una vita agiata a fianco del marito, sentì comunque l'irresistibile chiamata della propria vocazione alla matematica che superava in intensità ogni altra cosa e sentì il bisogno di approfondirne lo studio. Fu così che nel 1833 si trovò tra le mani, per coincidenza del destino, la versione dell'ingegnere italiano Luigi Menabrea riguardante i progetti di una 'Analytical Machine' ad opera di Charles Babbage il quale aveva tenuto una conferenza in Italia a tal riguardo. Le venne richiesta una traduzione in inglese dallo stesso Babbage ma ella superò ogni aspettativa e fu la sola a comprendere appieno il progetto di questa macchina analitica, precursore del moderno computer. Se da una parte Babbage non riuscirà a completare i suoi progetti per una "Difference engine" e una "Analytical machine" in grado di approssimare attraverso polinomi funzioni più complesse, dall'altra Ada fu lungimirante e si spinse oltre la mera apparenza di una mostruosità metallica quale era questa macchina arrivando a chiedersi se una struttura del genere non sarebbe stata in grado di realizzare qualsiasi impresa se programmata nella giusta direzione. Si domandò se non sarebbe stata capace di comporre autonomamente della musica se alle note fossero state affiancate delle corrispondenti rappresentazioni matematiche o se un giorno non avrebbe potuto formulare un pensiero autonomo. Arrichì di copiose note la propria traduzione della trattazione della Macchina Analitica di Babbage e ne comprese le potenzialità ad una tale profondità da meritarsi in anni più tardi l'appellativo da parte del genio di "Enchantress of Numbers". Ada stava scrivendo il primo programma della storia quando compilò l'algoritmo per il calcolo dei numeri di Bernoulli, uno dei tanti algoritmi creati per la macchina la cui struttura particoleggiata, disegnata da Babbage nei suoi scritti, si sarebbe attivata armoniosamente grazie all'azione di migliaia di rotelle, meccanismi e un azionamento a vapore per realizzare le istruzioni impartitegli dai suoi creatori.
    
                               "Diagram for the computation of Bernoulli's numbers" (Wikipedia)


 Nonostante i futuri computer non avranno le dimensioni massicce della loro antenata, l'apparato logico seguito da Ada e Charles nella sua programmazione rimarrà lo stesso anche con Alan Turing. Per la prima volta il meccanismo logico del pensiero si fece res, cosa, nel senso etimologico del verbo realizzare, e la tecnologia, allora rappresentata dalla scoperta del motore a vapore e di nuove leghe metalliche, divenne struttura portante di un pensiero che veniva elaborato autonomamente da una macchina. Oggi le dimensioni microscopiche raggiunte dai componenti dei computer ne celano il funzionamento agli occhi di chi si appresta a comprenderlo, mentre la macchina analitica dalle dimensioni di una locomotiva avrebbe offerto la possibilità di un'esperienza non solo logica ma tattile, visiva e uditiva di ciò che oggi avviene nei microscopici meandri della CPU, il cuore del computer.
Ada fu profetessa dei tempi in cui l'Intelligenza Artificiale sarebbe nata, ma se da un lato le sue riflessioni offrirono una via logica e meccanizzabile alla realizzazione dell'impensabile, dall'altra sulla scia di questa rivoluzione sorge la domanda di cosa sia il pensiero, di quali parti di esso siano matematizzabili e infine di cosa sia la memoria. Le macchine di Babbage infatti prevedevano uno 'store' all'interno del quale poter memorizzare variabili numeriche e conservare calcoli precedenti in maniera del tutto simile alle memorie informatiche odierne, almeno nel funzionamento. Una mole di dati senza un criterio organizzativo, come può essere l'esperienza personale nei confronti di ricordi del proprio passato, cessa di essere utile e si trasforma in un'accozzaglia di informazioni slegate l'una dall'altra. Oggi nell'era digitale i dati sono stati paragonati al petrolio, in quanto rivestono un ruolo chiave in ogni ambito e le intelligenze artificiali vengono alimentate da questi per accrescersi: ma qaunto danno può arrecare una mole di informazioni senza un quadro interpretativo? Hegel ci ricorda che non esistono dati sine interpretatione e a tal proposito diventa essenziale la conoscenza della grande opera portata avanti da colui che nel secolo scorso definì se stesso uno psicostorico: Aby Warburg.




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Sintesi finale e mappa per orientarsi nel blog

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