mercoledì 27 maggio 2020

step #19 L'utopia Marxista: struttura e sovrastruttura

Cosa si cela dietro all'utopia comunista? La struttura portante della società.
                                                         (Karl Marx)
" Il risultato generale al quale arrivai e che, una volta acquisito, mi servì da filo conduttore nei miei studi, può essere brevemente formulato così: nella produzione sociale della loro esistenza, gli uomini entrano in rapporti determinati, necessari, indipendenti dalla loro volontà, in rapporti di produzione che corrispondono a un determinato grado di sviluppo delle loro forze produttive materiali. L'insieme di questi rapporti di produzione costituisce la struttura economica della società, ossia la base reale sulla quale si eleva una sovrastruttura giuridica e politica e alla quale corrispondono forme determinate della coscienza sociale. Il modo di produzione della vita materiale condiziona, in generale, il processo sociale, politico e spirituale della vita. Non è la coscienza degli uomini che determina il loro essere, ma è, al contrario, il loro essere sociale che determina la loro coscienza. A un dato punto del loro sviluppo, le forze produttive materiali della società entrano in contraddizione con i rapporti di produzione esistenti, cioè con i rapporti di proprietà (che ne sono soltanto l'espressione giuridica) dentro i quali tali forze per l'innanzi s'erano mosse. Questi rapporti, da forme di sviluppo delle forze produttive, si convertono in loro catene. E allora subentra un'epoca di rivoluzione sociale. Con il cambiamento della base economica si sconvolge più o meno rapidamente tutta la gigantesca sovrastruttura. Quando si studiano simili sconvolgimenti, è indispensabile distinguere sempre fra lo sconvolgimento materiale delle condizioni economiche della produzione, che può essere constatato con la precisione delle scienze naturali, e le forme giuridiche, politiche, religiose, artistiche o filosofiche, ossia le forme ideologiche che permettono agli uomini di concepire questo conflitto e di combatterlo. Come non si può giudicare un uomo dall'idea che egli ha di se stesso, così non si può giudicare una simile epoca di sconvolgimento dalla coscienza che essa ha di se stessa; occorre invece spiegare questa coscienza con le contraddizioni della vita materiale, con il conflitto esistente fra le forze produttive della società e i rapporti di produzione. Una formazione sociale non perisce finchè non si siano sviluppate tutte le forze produttive a cui può dare corso; nuovi e superiori rapporti di produzione non subentrano mai, prima che siano maturate in seno alla vecchia società le condizioni materiali della loro esistenza. Ecco perchè l'umanità non si propone se non quei problemi che può risolvere, perchè, a considerare le cose dappresso, si trova sempre che il problema sorge solo quando le condizioni materiali della sua soluzione esistono già o almeno sono in formazione. A grandi linee, i modi di produzione asiatico, antico, feudale e borghese moderno possono essere designati come epoche che marcano il progresso della formazione economica della società. I rapporti di produzione borghese sono l'ultima forma antagonistica del processo di produzione sociale; antagonistica non nel senso di un antagonismo individuale, ma di un antagonismo che sorga dalle condizioni di vita sociali degli individui. Ma le forze produttive che si sviluppano nel seno della società borghese creano in pari tempo le condizioni materiali per la soluzione di questo antagonismo. Con questa formazione sociale si chiude dunque la preistoria della società umana. "
Tratto dalla "prefazione" a Per la critica dell'economia politica di Marx

Sebbene Marx si schierasse contro i cosiddetti falsi socialismi tra i quali era annoverato il socialismo utopistico portato avanti da Saint-Simon e Fourier, il comunismo resta ad oggi un ideale utopico, irrealizzato, senza luogo: l'esperienza russa sfociata nell'Unione Sovietica infatti fu lungi dall'avvicinarsi all'ideale comunista di Marx. Nei Manoscritti Marx distingueva tra un comunismo 'rozzo' ed uno autentico; nel primo la proprietà, anzichè venir abolita, è nazionalizzata, ovvero trasformata in proprietà della comunità e gli uomini ridotti in salariati retrubuiti allo stesso modo, ridotti in uno stato di uguaglianza astratta e assurda che non tiene conto della loro natura di esseri con uno spettro poliedrico di potenzialità diverse e creative. Lungi dal comuinsmo autentico, l'ideale egualitario del comunismo rozzo post-capitalistico ma ancora pre-comunistico, è ancora dominato dall'ossessione dell'avere dell'homo oeconomicus, mosso da invidia e brama di livellamento generalizzato. In realtà così facendo, con le parole di Marx : "l'intero mondo della ricchezza passa dal rapporto di matrimonio esclusivo con il proprietario privato al rapporto di prostituzione generale con la comunità", mentre nel comunismo autentico si auspica l'avvento di un uomo nuovo che cessi di intrattenere con il mondo rapporti di puro possesso e consumo. 
Dunque la futura società comunista che nell'analisi di Marx avrebbe rappresentato lo sbocco inevitabile della dialettica storica resta ad oggi un'utopia. Marx era però convinto del carattere inevitabile del suo sviluppo e le cause di questa convinzione vanno ricercate nelle sue riflessioni da cui emerge l'importanza della Struttura.
La molla propulsiva del divenire storico infatti è rappresentato dal rapporto tra forze produttive (tutti gli elementi necessari al processo di produzione, ovvero la forza-lavoro operaia, i mezzi di produzione e le conoscenze tecniche e scientifiche di un determinato periodo storico che contribuiscono a migliorare la produzione) e rapporti di produzione (rapporti che si instaurano tra gli uomini nel corso della produzione, come quelli agrario-feudali) che, nel loro insieme costituiscono la struttura economica della società. Secondo la visione marxista, definita da lui stesso materialismo storico in contrapposizione all'idealismo storico degli idealisti tedeschi tra cui Hegel, non è la sovrastruttura, dal tedesco Über-bau, sopra-costruzione,ovvero le leggi, lo Stato, le forze politiche, le religioni, le filosofie a determinare la struttura economica della società, bensì il contrario. In realtà Marx quando accusava Hegel di far camminare la storia sulla testa anzichè sui piedi, non concepiva tale dipendenza della sovrastruttura dalla struttura in modo meccanico e immediato ma si limitava a dire che in ultima istanza il fattore determinante della storia è la produzione della vita reale. Egli non nega che le idee possano influire sul divenire storico, si pensi all'influenza delle idee dei philosophes sullo scoppio della Rivoluzione Francese, ma pensa che questo possa accadere soltanto perchè le idee esprimono già a loro volta determinati mutamenti di struttura. Nella Francia del Settecento la rivoluzione rispecchiò una situazione già oggettivamente rivoluzionaria tra la borghesia, espressione delle nuove forze produttive di tipo capitalistico e l'aristocrazia, espressione dei vecchi rapporti di proprietà agrario-feudali. L'inevitabilità dello scontro, che si gioca a questo punto sia a livello sociale, ma anche culturale nella forma di "battaglia per le idee", è legato al fatto che le forze produttive, intimamente connesse al progresso tecnico, si sviluppano più rapidamente dei rapporti di produzione che tendono a cristallizzarsi, causando frizione. Quella che appare una rivoluzione scaturita da ideali in realtà rappresenta solamente le idee della classe dominante, tant'è che "la classe che è la potenza materiale dominante è in pari tempo la sua potenza spirituale dominante". Ed è sulla scia di questa riflessione che Marx intravedeva a fine Ottocento gli albori della rivoluzione comunista e la futura realizzazione dell'ideale comunista in quanto il capitalismo moderno avrebbe avuto in seno la propria contraddizione: forze produttive sociali rappresentate dal lavoro collettivo in fabbrica di operai, tecnici, impiegati che permettono la produzione accompagnate da rapporti di produzione privatistici, in quanto la fabbrica era proprietà di un capitalista o al massimo di un gruppo di azionisti.


Fonti:
Per la critica dell'economia politica, Marx
Con-Filosofare, Nicola Abbagnano, Giovanni Fornero

step #18 Nella filosofia contemporanea: lo Strutturalismo

Lo strutturalismo costituì un vero e proprio movimento filosofico fondato sul presupposto che ogni oggetto di studio costituisca una struttura, ovvero un insieme organico e globale i cui elementi, privi  di valore funzionale autonomo, lo assumono nelle relazioni oppositive e distintive di ciascun elemento rispetto agli altri. Esso si sviluppò soprattutto in Francia negli anni sessanta, sostituendosi progressivamente al movimento intellettuale dominante dell'esistenzialismo, ed estese a svariati campi tra cui l'antropologia, la critica letteraria, la pscicoanalisi, il marxismo e l'epistemologia le teorie dello strutturalismo linguistico di Ferdinand de Saussure.
Lo strutturalismo rifiuta il concetto di libertà e scelta umana, concentrandosi invece sul modo in cui l'esperienza e il comportamento umano sono determinati da varie strutture. Per alcuni anni antropologi come C. Lèvi-Strauss, psicoanalisti freudiani come J. Lacan, filosofi marxisti come Althusser e Foucault, critici letterari come Barthes, linguisti come Jakobson, Benveniste e Greimas, sembrano appartenere a una comune area culturale antistoricista, antiumanistica e antiesistenzialista che sostituiva al primato della storia, dell'uomo, della soggettività della coscienza e dell'individuo quello della struttura: invece di comprendere i fenomeni sociali e culturali dall'interno, ricostruendo il loro farsi storico attraverso l'azione consapevole e potenzialmente libera degli individui, gli strutturalisti preferivano trattare il mondo umano come un qualsiasi altro campo di ricerca indagato dalle scienze naturali e scoprire dall'esterno quali relazioni sistematiche e costanti (o strutture) intercorressero tra i fenomeni socio-culturali e dunque entro quali limiti, spesso inconsci, fosse costretta l'azione degli individui.
A tal proposito ricordo il contributo dell'antropologo  Claude Lévi-Strauss in psicologia, in quanto egli, applicando il metodo strutturalista, riteneva che i fenomeni culturali andassero interpretati in riferimento a elementi universali, atemporali e inconsci rappresentanti la struttura fondante d'ogni cultura. Questa visione si ritrova nei suoi studi sulle popolazioni cosiddette “selvagge”, raccolti nelle sue due opere più note al grande pubblico, i classici Tristi Tropici e Il pensiero selvaggio, in cui Lévi-Strauss mette in discussione, partendo da un'analisi di fondo della nozione di cultura come sistema simbolico e semiotico, la presunta superiorità della cultura occidentale, conferendo pari dignità, logicità e rispetto alle cosiddette mentalità primitiva.
claude levi strauss, tristi tropici, saggiatore, antropologia, recensioni

                                       In foto l'antropologo Claude Lévi-Strauss in Amazzonia, 1936

Allo stesso modo lo psicanalista Jacques Lacan scoprì la struttura di linguaggio delle formazioni dell'inconscio grazie al metodo seguito in linguistica da Ferdinand de Saussure e Roman Jacobson.
Tutte le formazioni dell'inconscio, compreso il blaterare in psicoanalisi, hanno struttura di linguaggio, sono pensieri articolati e rispondono a leggi proprie, anche se il soggetto non ha sempre accesso alla comprensione poiché si tratta di un linguaggio cifrato, da decodificare, che si svolge al di fuori del soggetto, ma che lo interessa perché trasporta la sua questione di soggetto.

Jacques Lacan, il pensiero che s'impone - Il Foglio



mercoledì 20 maggio 2020

step #17 Un abbecedario

STRUTTURA: 
Di seguito un elenco di associazioni concettuali legate al termine struttura attraverso parole, elenco che richiama da vicino lo step#01bis in cui l'ideogramma cinese raccoglieva in sé le suggestioni relative alla gamma di significati del termine.
A- Architettura, articolato, albero
B- Baco da seta, Base
C- Capillare, Costruire, Costante, Collegamento
D- Design, discendere ( dal tutto le parti ), disegno
E- Essenza
F- Filo
G- Groviglio, Grafo, Gerarchia
I- Invariante, Interdipendenza, Intreccio
L- Legame, Labirinto
M- Mappa
O- Ordine, Organismo, Organizzazione, Ossatura
P- Parti, Portante
R- Radici, Ramificazioni, Rapporto, Rete
S- Scheletro, Schema, Sistema, Sostegno
T- Telaio, Trama

mercoledì 13 maggio 2020

step #16 Ada Lovelace: una struttura per il pensiero



 Nella foto Charles Babbage, colui che creò un sostegno per la memoria rappresentato dalla Analytical Machine e Ada Lovelace, la quale concretizzò la struttura del pensiero nei primi programmi informatici della storia.


Ada Lovelace, figlia del noto poeta Lord Byron è considerata la prima programmatrice informatica della storia e la sua figura si presta a diventare testimonial e rappresentante del termine in analisi in questo blog: la "Struttura". Questa donna, negli anni in cui conduceva una vita agiata a fianco del marito, sentì comunque l'irresistibile chiamata della propria vocazione alla matematica che superava in intensità ogni altra cosa e sentì il bisogno di approfondirne lo studio. Fu così che nel 1833 si trovò tra le mani, per coincidenza del destino, la versione dell'ingegnere italiano Luigi Menabrea riguardante i progetti di una 'Analytical Machine' ad opera di Charles Babbage il quale aveva tenuto una conferenza in Italia a tal riguardo. Le venne richiesta una traduzione in inglese dallo stesso Babbage ma ella superò ogni aspettativa e fu la sola a comprendere appieno il progetto di questa macchina analitica, precursore del moderno computer. Se da una parte Babbage non riuscirà a completare i suoi progetti per una "Difference engine" e una "Analytical machine" in grado di approssimare attraverso polinomi funzioni più complesse, dall'altra Ada fu lungimirante e si spinse oltre la mera apparenza di una mostruosità metallica quale era questa macchina arrivando a chiedersi se una struttura del genere non sarebbe stata in grado di realizzare qualsiasi impresa se programmata nella giusta direzione. Si domandò se non sarebbe stata capace di comporre autonomamente della musica se alle note fossero state affiancate delle corrispondenti rappresentazioni matematiche o se un giorno non avrebbe potuto formulare un pensiero autonomo. Arrichì di copiose note la propria traduzione della trattazione della Macchina Analitica di Babbage e ne comprese le potenzialità ad una tale profondità da meritarsi in anni più tardi l'appellativo da parte del genio di "Enchantress of Numbers". Ada stava scrivendo il primo programma della storia quando compilò l'algoritmo per il calcolo dei numeri di Bernoulli, uno dei tanti algoritmi creati per la macchina la cui struttura particoleggiata, disegnata da Babbage nei suoi scritti, si sarebbe attivata armoniosamente grazie all'azione di migliaia di rotelle, meccanismi e un azionamento a vapore per realizzare le istruzioni impartitegli dai suoi creatori.
    
                               "Diagram for the computation of Bernoulli's numbers" (Wikipedia)


 Nonostante i futuri computer non avranno le dimensioni massicce della loro antenata, l'apparato logico seguito da Ada e Charles nella sua programmazione rimarrà lo stesso anche con Alan Turing. Per la prima volta il meccanismo logico del pensiero si fece res, cosa, nel senso etimologico del verbo realizzare, e la tecnologia, allora rappresentata dalla scoperta del motore a vapore e di nuove leghe metalliche, divenne struttura portante di un pensiero che veniva elaborato autonomamente da una macchina. Oggi le dimensioni microscopiche raggiunte dai componenti dei computer ne celano il funzionamento agli occhi di chi si appresta a comprenderlo, mentre la macchina analitica dalle dimensioni di una locomotiva avrebbe offerto la possibilità di un'esperienza non solo logica ma tattile, visiva e uditiva di ciò che oggi avviene nei microscopici meandri della CPU, il cuore del computer.
Ada fu profetessa dei tempi in cui l'Intelligenza Artificiale sarebbe nata, ma se da un lato le sue riflessioni offrirono una via logica e meccanizzabile alla realizzazione dell'impensabile, dall'altra sulla scia di questa rivoluzione sorge la domanda di cosa sia il pensiero, di quali parti di esso siano matematizzabili e infine di cosa sia la memoria. Le macchine di Babbage infatti prevedevano uno 'store' all'interno del quale poter memorizzare variabili numeriche e conservare calcoli precedenti in maniera del tutto simile alle memorie informatiche odierne, almeno nel funzionamento. Una mole di dati senza un criterio organizzativo, come può essere l'esperienza personale nei confronti di ricordi del proprio passato, cessa di essere utile e si trasforma in un'accozzaglia di informazioni slegate l'una dall'altra. Oggi nell'era digitale i dati sono stati paragonati al petrolio, in quanto rivestono un ruolo chiave in ogni ambito e le intelligenze artificiali vengono alimentate da questi per accrescersi: ma qaunto danno può arrecare una mole di informazioni senza un quadro interpretativo? Hegel ci ricorda che non esistono dati sine interpretatione e a tal proposito diventa essenziale la conoscenza della grande opera portata avanti da colui che nel secolo scorso definì se stesso uno psicostorico: Aby Warburg.




Per approfondire:

step #15 Jay Forrester: la complessità della struttura dei fenomeni

IL SISTEMA TERRA 

Modello World 2. Immagine tratta da: Donella H. Meadows, Dennis L. Meadows; Jørgen Randers; William W. Behrens III, The Limits to Growth, 1972.

Il concetto di struttura nel senso organicistico di sistema composto da singole parti interagenti tra loro e non semplicemente accostate tra loro, una visione che rappresenta l'interpretazione di questo termine emersa in questo blog, fu il fulcro del rapporto redatto dagli esponenti del Club di Roma chiamato "I limiti dello Sviluppo". Il Club nacque grazie alla figura di Aurelio Peccei, dirigente d’impresa italiano nato a Torino nel 1908 il quale maturò l'idea di dover considerare le singole crisi come sintomi di una crisi globale, prendersi cura del pianeta Terra prescindendo dagli interessi politici contingenti e pensare al futuro con una visione unitaria. Per la prima volta il pianeta Terra venne visto alla stregua di una Sistema, le cui componenti ne avrebbero influenzato lo sviluppo. L'intuizione che avrebbe guidato lo la ricerca del Club di Roma venne dal ricercatore del MIT e ingegnere Jay Forrester, uno dei fondatori della Dinamica dei Sistemi, ovvero della scienza che studia i rapporti tra sistemi complessi. Essa rappresenta un aspetto della Teoria dei Sistemi (più precisamente 'Teoria del sistema generale')   elaborata da Ludwig von Bertalanffy in quanto metodo per la comprensione del comportamento dinamico di un sistema complesso (esempi sono la teoria del caos e le dinamiche sociali).

Genomic Butterfly Effect Starts in Telomeres, Spreads to Influence ...
(tovfla / Getty Images, Butterfly Effect, Chaos Theory)

Nella riunione del Club di Roma che svoltasi il 29 giugno 1970 a Berna, Forrester suggerì di costruire un modello che simulasse le interazioni fra i principali fattori considerati alla base dei problemi dell’umanità, e che ne dimostrasse le relative conseguenze, ciò che Peccei e gli altri membri del Club stavano cercando. In meno di un mese Forrester presentò il primo modello chiamato World 1 che evidenziava come, in un mondo di dimensioni finite, la continua crescita di variabili come inquinamento e popolazione avrebbe condotto prima o poi al collasso. Convinti che questo risultato preliminare legittimasse la preoccupazione per le sorti del pianeta, i membri del Club di Roma insistitettero per raffinare lo studio e il collega Dennis Meadows radunò un’equipe di ricercatori giovanissimi (l’età media era di 26 anni), per sviluppare un modello con cinque variabili: crescita demografica, produzione alimentare, industrializzazione, inquinamento e consumo di risorse non rinnovabili: il risultato fu un secondo modello denominato World 2 (vedi immagine a inizio post).
Gli autori del rapporto, Donella H. Meadows, Dennis L. Meadows, William W. Behrens e Jørgen Randers, hanno dato per assunto che il trend di crescita esponenziale delle cinque variabili sarebbe continuato inalterato nei decenni successivi, indagando però la possibilità di raggiungere un equilibrio sostenibile modificando alcune tendenze dei cinque indicatori.
I ricercatori hanno descritto vari scenari e fornito quelle che — impropriamente — sono state chiamate “previsioni.” Lo scenario denominato “standard run” — in cui l’andamento dei cinque indicatori non viene modificato — illustrava la concreta possibilità che l’intero sistema “mondo” sarebbe collassato nel corso del Ventunesimo Secolo.
            The Limits to Growth and Greece: Systemic or Financial collapse ...

 Infine nel 2004 grazie a una mole maggiore di dati aggiornati e a più moderni strumenti di calcolo, venne pubblicato un volume di aggiornamento intitolato Limits to Growth: The 30-Year Update in cui venne presentato il modello World3. Solo allora emersero l'esigenza di uno sviluppo sostenibile e di una misurazione dell'impatto dell'uomo sull'ambiente attraverso l'impronta ecologica. In esso venne ribadito l'assunto fondamentale della finitezza del pianeta Terra sia come serbatoio di risorse che discarica di rifiuti e che la crescita della popolazione e della produzione industriale consumano le prime e inquinano. Il modello World3 venne usato per simulare l'andamento possibile di diverse variabili tra cui la crescita della popolazione e della produzione industriali basandosi su cicli di
retroazione e equazioni non lineari e il risultato venne riassunto in 11 possibili scenari futuri:

Scenario 0: Input e output infiniti 

Scenario 1: Crisi delle risorse non rinnovabili 

Scenario 2: Crisi da inquinamento


Scenario 3: Crisi alimentare


Scenario 4: Crisi da erosione


Scenario 5: Crisi multipla


Scenario 6: Crisi da costi


Scenario 7: Programmazione familiare


Scenario 8: Moderazione degli stili di vita


Scenario 9: Utilizzo più efficiente delle risorse naturali 

Scenario 10: Tempestività

A informare la ricerca fu ancora una volta l'approccio della Teoria dei Sistemi di Ludwig von Bertalanffy, un approccio che l'ingegneria farà proprio. Di seguito un brano tratto da Wikipedia a spiegazione della Sistemica e dell'intima connessione tra essa e l'ingegneria:

La teoria si compone essenzialmente della teoria dei sistemi dinamici (semplici e complessi) e della teoria del controllo.Questo tipo di concezione contraddice il paradigma cartesiano secondo cui il comportamento del tutto può essere compreso completamente studiando le proprietà delle sue parti. La teoria dei sistemi non si può dunque conciliare con l'approccio analitico o riduzionistico che aveva caratterizzato il modus operandi degli scienziati fino a quel tempo.
Il concetto di sistema si è rapidamente diffuso nell'ingegneria dove certi strumenti interpretativi ad esso connessi possono ritenersi patrimonio consolidato.
Particolarmente efficace è la possibilità di ridurre, in sede di analisi, il funzionamento di fenomeni fisici complessi all'interazione di sistemi più semplici e, viceversa, la possibilità di progettare sistemi in maniera strutturata componendo unità più semplici.
Tutti i sistemi fisici di interesse per l'ingegnere sono sistemi dinamici orientati che descrivono una vasta gamma di fenomeni e di processi. In ingegneria la necessità di associare ai fenomeni una loro descrizione quantitativa ha poi dato luogo all'associazione sistema-modello, cuore della teoria dei sistemi: questa pertanto ha l'obiettivo di inquadrare in maniera unitaria le relazioni di causa-effetto e fornire degli strumenti di analisi matematica e sintesi ingegneristica. Un sistema è una qualsiasi identità che è possibile analizzare e quindi scomporre. Ogni sistema ha degli attributi/proprietà che possono essere:
  • Variabili / condizionate
  • Costanti
  • Relazioni
  • Cambiamenti 
I sistemi non possiedono proprietà, ma ne acquisiscono continuamente, eventualmente le stesse, grazie all'opportuno continuo interagire funzionale dei componenti (es. dispositivi elettronici - sistemi artificiali - sistemi biologici - sistemi naturali). Quando i componenti cessano di interagire (ad esempio per mancanza di energia in un sistema elettronico), i sistemi degenerano in insiemi. Le proprietà sistemiche non sono il risultato di interazioni poi mantenute, come accade ad esempio in processi di miscelazione di acqua colorata o nel cucinare.
La stabilità della proprietà è dovuta all'interazione continua. Un intervento sistemico, quindi, opera non sugli elementi, bensì, ad esempio, sulle interazioni, sulle relazioni, sull'energia fornita, sulle perturbazioni e sulle fluttuazioni o sulla somministrazione degli input. Uno degli elementi fondamentali dell'organizzazione negli organismi viventi è la sua natura gerarchica, ovvero l'esistenza di più livelli di sistema all'interno di ogni sistema più ampio. Così le cellule si combinano per formare i tessuti, i tessuti per formare gli organi e gli organi per formare gli organismi. A loro volta gli organismi vivono in gruppi formanti sistemi sociali che vanno poi a formare attraverso l'interazione con altre specie gli ecosistemi. Ciò che risultò subito chiaro fu l'esistenza di diversi livelli di complessità e che ad ogni livello di complessità i fenomeni osservati mostrano proprietà che non esistono al livello inferiore.


Per approfondire:
Il concetto di retroazione e la cibernetica




 

venerdì 8 maggio 2020

step #14 Inaugurazione della Tour Eiffel

«Gloire à M. Eiffel et à ses collaborateurs!»

 
"A Monsieur Eiffel l'Ingegnere, il coraggioso costruttore di questo esemplare originale e gigantesco d'ingegneria moderna" Edison Thomas 

Il 15 maggio 1889, anno dell'Esposizione Universale a Parigi, veniva aperta al pubblico la
Tour en fer de trois cent mètres progettata dall'ingegner Gustave Eiffel. L'inaugurazione avvenuta alle 11:50 fu un momento emozionante per la Francia e per le prospettive ingegneristiche del futuro. Questo fatto di cronaca fece grande scalpore e fu occasione per ribadire la superiorità della Francia rispetto ad altri paesi rivali come gli Stati Uniti, una superiorità che era stata offuscata dalla disfatta di Napoleone III nella guerra franco-prussiana. La realizzazione di una struttura di tali proporzioni era impensabile fino ad allora e il progetto fu oggetto di critiche in quanto si pensava che non avrebbe resistito all'azione dei venti. Eiffel riuscì, nonostante il clima di sfiducia, ad applicare le proprie conoscenze ingegneristiche e a realizzare il grande progetto. 
Il giorno dell'inaugurazione la Tour Eiffel accolse i suoi primi visitatori che si ritrovarono a contemplare dall'alto dei suoi trecento metri la piccolezza dell'uomo: questa struttura elegante, slanciata verso il cielo e reticolare permise allo sguardo degli osservatori di osservare senza ostacoli visivi il paesaggio tutt'intorno durante l'ascesa su Parigi e non nascose loro la finitudine umana.
Il frutto delle discipline ingegneristiche divenne così occasione di riflessione filosofica in quanto sradicò l'uomo dalla sua dimensione terrena offrendogli un cambio di prospettive.
Come scriveva un giornalista di Le Figaro, dall'altezza di quella Torre si rese conto della piccolezza materiale dell'uomo: 
«Il mont Valérin, Montmatre, le alture di Sannois, sembrano macchioline grigie; il bosco di Saint-Germain si dilegua nella foschia azzurrina, la Senna diventa un inoffensivo ruscelletto, attraversato da chiatte lillipuziane, e Parigi sembra un piccolo palcoscenico con strade dritte, tetti quadrati e linde facciate. I puntini neri rappresentano la folla. Ovunque tutto sembra privo di vita, tranne la massa verdeggiante del Bois; in questa immensità non vi è un movimento percepibile; nessun rumore che possa far pensare alla vita della gente "là sotto". Si direbbe che, in pieno giorno, un improvviso torpore abbia reso la città inerte e silenziosa»
O come riporta Jill Jonnes, dalla Torre «i parigini ammirarono estasiati l'inconsueto panorama della loro amata città. La Senna era come un nastro d'argento increspato che si srotolava in un paesaggio in miniatura. La gran parte di loro non aveva mai visto Parigi da una simile altezza. Era uno spettacolo entusiasmante, che destava tuttavia una certa inquietudine»

 


step #13 Nell'ingegneria:la struttura del pensiero e le reti neurali

Lo studio della struttura dei meccanismi naturali ha portato l'ingegneria a compiere passi da gigante nell'ultimo secolo e la inesauribile sete di conoscenza che è motore di scoperte ha portato in scena una nuova frontiera, l'Intelligenza Artificiale. Ingegneri e neuroscienziati si trovano di fronte al grande quesito di cosa sia la coscienza umana, di quale sia la sua struttura, e a partire dalla metà del secolo scorso una possibile strada per scoprire la natura della mente è stata aperta: la riproduzione artificiale di un modello che imiti il funzionamento di superficie della mente. Le reti neurali artificiali
sono infatti modelli matematici composti da neuroni artificiali che traggono ispirazione dalle reti neurali biologiche e trovano applicazione negli ambiti ingegneristici dell'informatica, dell'elettronica e delle simulazioni.
Il primo passo verso la loro nascita avvenne solo nel 1943 ad opera del neurofisiologo Warren Sturgis McCulloch e del matematico Walter Pitts i quali pubblicarono l'articolo "A logical calculus of the Ideas immanent in Nervous activity" nel quale modellarono un primissimo neurone artificiale in cui lo strato di input prevedeva dati binari multipli in entrata, mentre per l'output era previsto un singolo dato binario. Nelle moderne reti neurali lo strato di input o strato degli ingressi è quello indirizzato alla ricezione e elaborazione dei segnali in ingresso, seguito dallo strato H-hidden, in cui avviene la vera e propria elaborazione all'interno di una strutturata rete di neuroni multipli, a sua volta seguito dallo strato di uscita in cui sono raccolti i risultati dell'elaborazione (a titolo di esempio il processo di facial recognitioning). Fu lo psicologo canadese Donald Olding Hebb a cercare di spiegare i modelli complessi del cervello e a ipotizzare un possibile funzionamento delle reti neurali nel processo di apprendimento. Il cosiddetto apprendimento hebbiano da lui studiato introdusse il concetto di "peso" di una connessione basato sul principio di interconnessione rafforzata dalla simultanea attivazione di più neuroni. Ma il vero antesignano delle moderne reti neurali vide la luce nel 1958 ad opera dello psicologo e computer scientist Frank Rosenblatt; da lui chiamato Perceptron, questa rete con uno strato di ingresso ed uno di uscita operava in base all'algoritmo 'error back-propagation' o minimizzazione degli errori grazie al quale in base alla valutazione dei dati effettivi in uscita rispetto a un dato in ingresso, alterava i pesi delle sinpasi artificiali alterando l'esito dell'interconnessione.


Info:
immagine tratta da ai4business.it





martedì 5 maggio 2020

step #12 Lo sguardo di Leonardo: cogliere la struttura delle cose

Il contributo del pensiero leonardesco nella storia dell'arte è indubbio, in quanto dai suoi trattati è deducibile una propria teoria dell'arte che sarà fonte di ispirazione per i posteri, mentre la portata del suo pensiero in ambito filosofico e scientifico è oggetto di discussione. Ma nonostante le sue riflessioni non siano contenute in alcun trattato, esse sono annotate con cura meticolosa e rivelano la ricchezza mentale di quest'uomo rinascimentale. Il concetto di struttura come è stato interpretato all'interno di questo blog, ovvero come atteggiamento filosofico e scientifico verso il mondo, come ricerca della struttura essenziale delle cose, è codificato nell'approccio leonardesco alla natura, anticipatore della Rivoluzione Scientifica che sarebbe avvenuta pochi decenni dopo la sua morte. I suoi scritti sono testimonianza di un pensiero indagatore, amante della natura e dei suoi meccanismi, e di una precisa convinzione anticipatrice della visione galileiana del 'gran libro della natura scritto in termini matematici': "nissuna umana investigazione si pò dimandare vera scienzia, s’essa non passa per le matematiche dimostrazioni". E sarà questo spirito a orientare le sue ricerche sulle dinamiche del volo, alla ricerca della struttura profonda dei meccanismi naturali, e a ricercare nel battito d'ali di un uccello una sua possibile riproducibilità. Le tante strutture progettate da Leonardo Da Vinci (le macchine di Leonardo) continueranno a ispirare i posteri, si pensi alle macchine da volo e agli studi di anatomia. La curiositas intellettuale di Leonardo segna l'inizio di una nuova epoca, la cui frattura col passato sarà storicamente rappresentata dalla rivoluzione scientifica, quella dell'osservazione diretta della natura e della ricerca delle leggi che ne regolano il funzionamento in termini matematici e oggettivi. Il suo sguardo orientato a cogliere la struttura non immediatamente percepibile degli enti esistenti accomuna lo scienziato e il filosofo nei secoli a seguire e in questo senso costituisce una grande testimonianza nella storia del pensiero, una prima sistemazione scritta di un tratto intellettuale che muove la ricerca della conoscenza vera.
Struttura alare, manoscritto B

Sintesi finale e mappa per orientarsi nel blog

L'intento di questo blog è quello di mostrare come la riflessione intorno al concetto di Struttura riveli la profonda interconnessione...