venerdì 27 marzo 2020

step #04 La risposta mitica alla struttura del cosmo

Una sete inestinguibile di conoscenza muove lo scienziato e l'ingegnere alla ricerca di una risposta a quello che definiamo il funzionamento della natura . Una ricerca che nell'arco dei secoli ha portato a scoprire un trama di leggi, in molti casi coerente al suo interno,a sostegno di questa struttura macroscopica. Ma le primissime risposte che l'uomo occidentale si diede a tal proposito sono conservate nella lunga tradizione mitica greca: persa la loro originaria funzione liturgica si salvarono tra i miti unicamente quelli che la poesia riuscì a nobilitare. Il mito era considerato alla stregua di una "sacra rappresentazione" in cui poter rivivere il mistero delle proprie origini e del cosmo, rappresentazione che precedeva l'offerta dei doni al dio e il ringraziamento alla divinità. Con la nascita della filosofia greca il logos-discorso verrà contrapposto al mythos-parola e quest'ultimo verrà relegato alla sfera dell'assurdo, del pre-razionale, ma non per questo la mitologia deve perdere il suo valore. Essa per i Junghiani è espressione di un inconscio collettivo, portatrice di paradigmi che accomunano l'umanità intera: è l'uomo infatti ad aver generato il mito pensando al divino e esprimendosi attraverso la sua unica capacità espressiva: la parola (che, specialmente in Omero, è traduzione di mythos). Un discorso però perde la propria forza persuasiva se pronunciato senza credervi e, come scriveva l'imperatore Giuliano in fase agonizzante del paganesimo, "la natura ama nascondersi e la dottrina nascosta sulla sostanza degli dei non sopporta d'esser gettata con nude parole negli orecchi impuri dei profani, bensì le divine verità vengono insinuate per mezzo di enigmi con il travestimento dei miti". Inoltre le difficoltà a comprendere il mito derivano dalla difficoltà stessa ad afferrare la pluralità divina che si manifesta in molteplici modi e solo talvolta ad essa corrisponde una figura divina con le sue particolari storie, storie che vanno a costituire la sostanza dei miti. Per spiegare la struttura del cosmo gli antichi immaginarono miti cosmogonici in cui dallo scontro e unione di potenze primordiali il Tutto veniva originato e, come spiega Robert Graves in The Greek Myths, alcune versioni greche discendevano a loro volta dall'epopea di Gilgamesh, confermando la transculturalità delle grandi domande dell'uomo. Tra queste versioni quella orfica attribuisce la modellazione dell'Universo alla forza primordiale di Eros che con la propria nascita lo avrebbe messo in moto (oggetto di riflessione di tanta parte della filosofia). Gli antichi percepivano la sacralità di una materia che toccava nel profondo l'intera umanità e sono esemplari in tal senso i versi di Esiodo in cui riferisce di aver udito sul monte Elicona le voci delle Muse e di aver chiesto loro di riferirgli 'fatti nuovi' che gli avrebbero permesso di mettere insieme le tradizioni mitiche sugli dei e di colmare le lacune mancanti. Ma è rivelatore come l'opera da lui compiuta non sia ritenuta frutto dell'ego creativo ma piuttosto trascrizione di un poeta che si fece interprete della Musa ispirata( mentre l'immagine del poeta indemoniato, ispirato dal dio comparirà in Democrito il quale ritiene che un poeta non possa essere tale sine furore).
Di seguito i primi miti cosmogonici riportati da R. Graves in The Greek Myths:











mercoledì 25 marzo 2020

step#01bis Etimologie a confronto, Oriente e Occidente

Etimologie a confronto, Oriente e Occidente


Risalendo alle origini del termine 'struttura' è interessante notare come, nonostante le grandi distanze storiche e geografiche che separano le culture d'Oriente e d'Occidente, le suggestioni legate a questo termine siano in alcuni casi simili. L'analisi linguistica di questa parola latina legata al verbo struĕre rivelerebbe il suo collegamento al sostantivo strues,is (catasta, ammasso), a sua volta legato al protoindoeuropeo *streu, la cui radice *stere ("spargere") compare in diverse parole della lingua italiana e inglese:
 con-struct-ion, indu-stry, in-struct-ion, str-ategy, sub-str-ate. E come direbbe Baudelaire, una trama di corrispondenze lega questi termini tra loro, lo percepiamo da una lettura visiva di questa serie di termini. Alla radice di una parola sono infatti legati in forma primitiva, primigenia e diretta i suoi significati autentici. In particolare questa radice si ritrova in altre lingue e ad emergere è l'idea che una struttura sia un qualcosa di ordinato e intricato, un'intelaiatura, una trama nascosta sotto all'apparenza superficiale del tessuto della realtà:
 Sanscrito strnoti "cospargere"
 Greco     στρώννυμι "cospargere"
                στρώματα " coperte, tappeti"
 Russo     stroji "ordine"
 Old English  streowian "sprinkle, strew"
Old Irish       fo-sernaim "spread out"
                      srath "a wide river valley"

Ma è in Cina che le molteplici suggestioni che il termine struttura evoca vengono immortalate come solo un disegno può fare nella chiarezza immediata degli ideogrammi e sull'analisi di questi mi soffermerò. Ogni parola è costituita generalmente da una o due sillabe in cui il primo ideogramma è definito semantico e il secondo fonetico in quanto ad esso è legata la pronuncia della sillaba: nella seguente mappa concettuale della parola ho evidenziato con sem. e phon, i rispettivi ideogrammi mentre nei riquadri verdi ho riportato la forma arcaica o antica del termine perchè è qui che le suggestioni prendevano per la prima volta forma e la comprensibilità dell'ideogramma è facilitata enormemente da queste forme. Parlando per immagini dietro a questa parola si celano bachi da seta i cui filamenti si allungano e intrecciano tra loro, la saggezza custodita da un vecchio saggio, alberi millenari i cui rami si aprono verso il cielo, trame intricate quanto il dedalo di stanze in un palazzo imperiale e infine alberi provvisti di radici tanto robuste da costituire solide fondamenta dalle quali poter dipendere, radici tanto profonde da risaltare persino nell'ideogramma di riferimento e da assicurare all'uomo valido sostegno (nella mappa evidenziate con un cerchio rosso).




step#03 A sostegno del cielo

E dopo alcuni minuti mi decisi a scattare. Struttura portante a sostegno del cielo.
Lisbona, Igreja Do Carmo.

step#02 Parole, storie di popoli

Parole, storie di popoli

Passeggiando per i vicoli di una Nizza estiva e piena di vita ricordo di essermi accucciata presso la saracinesca abbassata di un locale, attirata da un libro dimenticato volontariamente sul gradino di pietra. 'L'esilio della parola' recava come titolo. Lessi le prime pagine nella penombra di quella via punteggiata da colori ed esse mi tornano alla mente adesso. La società attuale avrebbe svuotato le parole del loro senso tanto che queste non avrebbero più nulla da dire, e soprattutto le avrebbe private dell'effetto emozionale che ogni parola o concetto dovrebbe portarsi dietro: spiazzare, cambiare, mutare, stupire.
Le parole si consumarono. La loro esistenza millenaria rese meno vivide col passare del tempo le associazioni di immagini che il loro suono risvegliava nella mente di chi riuscì a verbalizzare un concetto. Ed ecco spiegata la comparsa di titoli come quello citato prima, segnali di una crisi profonda, essendo il linguaggio parte essenziale della nostra vita cosciente.
Una parola nasce dall’esigenza di veicolare un concetto, di renderlo condivisibile e un concetto scaturisce da una mente realizzata, nel senso di essersi fatta ‘res’ nel fluire della storia e hegelianamente una determinata parola è quasi condannata a nascere in seno a un determinato popolo. 
Il termine ‘struttura’ ha origini latine, è un sostantivo ottenuto dal participio perfetto del verbo struĕre, il cui significato principale è quello di costruire e ordinare. E il fatto che essa abbia fatto la sua prima comparsa in seno al popolo Romano è rivelatore della profonda connessione che intercorre tra il linguaggio di una comunità e la mentalità stessa di questa, come le parole scelte da un poeta rivelano l'io lirico che vi sta dietro, la miriade di immagini che solo egli vede in virtù della sua psiche. L'imperium sine fine, appellativo con cui i Romani stessi si riferivano al proprio Impero, raggiunse un'espansione senza pari anche grazie alla semplicità negli spostamenti resa possibile da una fitta rete stradale. Un popolo di architetti e costruttori, si pensi agli acquedotti intorno all'Urbs, la cui mentalità è icasticamente riassunta nelle parole del De architectura di Vitruvio:

<Haec autem ita fieri debent, ut habeatur ratio firmitatis, utilitatis, venustatis.>
<In tutte queste cose che si hanno da fare devesi avere per scopo la solidità, l’utilità, e la bellezza.>

L'interessamento alla struttura celata dietro alle grandi opere di immediata utilità per una comunità in grande espansione spiega la necessità di un termine il cui significato primitivo è quello di 'costruzione ordinata'. Ed è forse questa curiosità nei confronti del funzionamento della Natura, curiosità che accomunava sicuramente il circolo di uomini attorno agli Scipioni, a fungere da ponte e da premessa per l'incontro con il pensiero filosofico della vicina Grecia che dal canto suo tanto aveva maturato in termini di riflessione attorno alla 'Struttura' della realtà, dalla ricerca dell'archè il cui epicentro fu la regione della Ionia al Mondo delle Idee teorizzato da Platone. La filosofia nasce con l'intento di ragionare attorno all'essenza del reale, ed è rappresentativo in tal senso il percorso dell'uomo dalla caverna in cui si trovava costretto verso la liberazione dalle catene dell'opinione e l'approdo alla contemplazione della luce del sole, della verità filosofica. Una ricerca che a partire dall'antica Grecia vedrà i pensatori divisi nei secoli, tra chi riterrà di poter svelare, spiegare e descrivere razionalmente la struttura delle cose e chi, cambiando radicalmente prospettiva, si domanderà se per poterla comprendere non si dovrebbe piuttosto decifrare prima di tutto la struttura del mezzo attraverso cui la conosciamo, ovvero quel filtro grazie alle cui categorie interpretiamo i fenomeni attorno a noi, un’immagine del nostro cervello che Schopenhauer elaborò in seguito alla lettura dei testi kantiani e che è da me condivisa: ciò che si cela oltre, la Realtà ,rimane noumeno, impalpabile, ma anche ciò che sta al di sotto di questo filtro è noumeno, fintanto che la struttura del rapporto di tali categorie con la nostra coscienza non sarà chiaro. E su queste note si aprirà quel lungo scontro tra la fiducia positivistica e i dubbi scatenati dalle sconcertanti scoperte di inizio novecento, primo fra tutti l'inconscio.

giovedì 19 marzo 2020

step#01

                         Struttura: alle radici del concetto



SIGNIFICATO:Nel primo Novecento il termine si determina, al di là del significato originario e ancora generico di 'disposizione, organizzazione dei vari elementi costitutivi', nel valore più specifico, relativistico, di 'insieme organico di elementi tra loro funzionalmente solidali, per cui ciascuno deriva il suo valore e la sua funzione solo in relazione a tutti gli altri, nel quadro globale del loro complesso che è quindi di più e di diverso dalla somma dei singoli elementi'.      
(Dizionario etimologico della lingua italiana, Cortellazzo, Zolli,1988)


SINONIMI:   essenza, forma
conformazione, intelaiatura, architettura,
organismo


La scelta di questi particolari sinonimi tra le decine riportate nel dizionario non è casuale. Penso che la ricerca dell'essenza delle cose leghi indissolubilmente le figure di Filosofo e di Ingegnere. Agli albori della storia del pensiero occidentale Socrate avviava maieuticamente i suoi discepoli sulla strada della conoscenza, invitandoli a porsi un eterno
'τί ἐστί;' (che cos'è?)
Domanda che nasce spontanea dallo stupore(θαυμάζειν)provato dinnanzi al cosmo e all'uomo, alla loro struttura nascosta, domanda da cui nasce la stessa filosofia, amore per il sapere e,come rivela Platone nel Simposio, ricerca continua e incessante della Bellezza, mai possesso definitivo di essa. 
Filosofo, dialettico spettatore del Bello e Ingegnere, artefice di questo nelle sue molteplici declinazioni.


  STORIA: Nel Cinquecento il latino structura (da structus, part.pass. di struere 'costruire') viene ripreso come voce dotta, sopratutto in grammatica, per opera del letterato senese Claudio Tolomei, e dal Seicento anche in anatomia e fisiologia, per opera dell'anatomista e medico bolognese Marcello Malpighi; dal Settecento si estende alla terminologia biologica e matematica, e dall'Ottocento a quella economica, sociologica e filosofica, qui promosso dall'uso di Karl Marx: intanto il termine si afferma nelle altre grandi lingue di cultura, come nel francese e inglese structure, nel tedesco Struktur, nel russo e serbo-croato struktura. Ma l'eccezionale estensione del termine nelle più diverse terminologie scientifiche si ha nei primi tre decenni del Novecento, quando si afferma in fisica e chimica, mineralogia e cristallografia, in geologia, in etnologia e antropologia, in psicologia e psicanalisi('struttura della personalità','le strutture profonde della coscienza'),infine in linguistica e di qui nella critica letteraria e artistica.  
(Dizionario etimologico della lingua italiana, Cortellazzo, Zolli,1988)


 

Sintesi finale e mappa per orientarsi nel blog

L'intento di questo blog è quello di mostrare come la riflessione intorno al concetto di Struttura riveli la profonda interconnessione...