venerdì 24 aprile 2020

step #11 Covid-19: La struttura del controllo di massa

Scriveva Hannah Arendt in "Ideology and Terror" che il successo delle ideologie totalitarie è da attribuire al fatto che esse offrivano certezza a una mente umana che, ormai sradicata da un mondo e senso comuni, era assetata soltanto di coerenza, a una mente umana, comunque, che anche in situazioni meno estreme di quelle totalitarie, è ossessionata dal timore di perdersi nelle contraddizioni di cui la realtà è costellata. Ma la "banalità del male" si trova dove è assente la capacità di pensare;
scrive a tal proposito la Arendt:

 "Pensare e ricordare è il modo umano di radicarsi, di affondare le radici, di assumere un proprio posto in quel mondo in cui arriviamo come stranieri. Ciò che comunemente chiamiamo persona, o personalità, in quanto diverso da un semplice essere umano che può essere chiunque, è in realtà ciò che emerge da questo processo di radicamento che è il pensiero. [...]Se qualcuno è un essere pensante, radicato nei propri pensieri e ricordi e per cui sa che deve vivere con se stesso, ci saranno limiti a ciò che permetterà a se stesso di fare. E questi limiti non gli si imporranno dall'esterno ma saranno per così dire autoposti. [...] Ma il male estremo e senza limiti è possibile soltanto dove queste radici sono completamente assenti. Ed esse sono assenti ovunque gli uomini scivolano sulla superficie degli eventi, dove consentono a loro stessi di volgere lo sguardo senza penetrare nella profondità di cui potrebbero essere capaci".

Le riflessioni della Arendt in merito alle cause profonde che determinarono l'insorgere di quella forma politica che lei stessa definì in termini di totalitarismo riprendendo la definizione che Mussolini coniò per il proprio regime in Italia, in netta contrapposizione alla dittatura, in quanto questo mira a investire l'uomo nella sua totalità ottenendone un consenso pieno e non solamente imposto dall'esterno, forniscono uno spunto per riflettere sull'attuale pandemia Covid-19.
La filosofia oggi viene spesso messa in questione, la sua astrattezza è relegata al mondo delle Idee e la sua utilità pratica disconosciuta. Ma in un momento come questo essa si rivela come l'unica via per ritrovare quelle "radici" che secondo la Arendt salverebbero l'autonomia intellettuale degli uomini. D'altro canto i sostenitori della filosofia insistono sul fatto che essa sola sia in grado di formare un pensiero critico, ovvero un pensiero in grado di discernere e dunque comprendere, avvolgendo queste parole in un alone che ha i toni di una sacralità impalpabile e troppo vaga, o almeno questa è stata la mia impressione agli inizi dei miei anni passati di studi classici. Col tempo mi resi conto del significato di quelle parole che erano suonate tanto vaghe, e appresi l'imprescindibilità della filosofia che andava persino oltre l'amore per il sapere e la meraviglia aristotelica, essa era un'attitudine del pensiero, un'attitudine a vagliare criticamente il reale, e capii come quell'astrattezza che veniva denigrata era in realtà la sua forza. Abituando la mente a distinguere il contingente dall'universale, sprona a ricercare di fronte a qualsiasi avvenimento o fenomeno le cause profonde che lo originano, invita a una riflessione che affronti eziologicamente la materia in questione. Spesso infatti l'aitìa tucididea, la causa profonda e remota è distinta dal pretesto, pròfasis, che riguarda appunto il contingente storico. Sorge spontaneo, date queste premesse, il dubbio. Sulla scia del dubbio metodico impiegato da Cartesio, la filosofia spinge oltre alle apparenze.
Arriviamo così a questo delicato momento storico lacerato dalla pandemia del Covid ma non solo, in quanto si intravede all'orizzonte una profonda frattura nata dallo scontro tra due veri e propri "idoli", in quanto chi non si rinosce in alcuno viene etichettato comunque e la paura della pluralità emerge da questa convinzione che non ci possa essere alcuna altra posizione: i portatori della Verità unica e inconfutabile e gli spargitori di fake news. Nell'epoca dell'interconnessione ci ritroviamo soli e spaesati, e per la prima volta, confinati nelle proprie camere possiamo osservare in tempo reale la censura di articoli che fino alla mattina stessa erano disponibili sul www. Con il pretesto, tanto nobile a un primo sguardo, di arginare menzogne e disinformazione e il rischio di una gestione sbagliata della pandemia in nome del bene collettivo, tante voci sono state censurate in quanto ritenute 'fake news' quando forse, se sottoposta a un'analisi più attenta non erano altro che opinioni contrarie. Medici radiati, giornalisti censurati, un avvocato tedesco allontanato con forza dalla propria abitazione.
La filosofia ci risveglia dalla nostra condizione di gettatezza e ci porta a osservare lucidamente la situazione in atto da una prospettiva altra, nel senso di esterna, ed estranea, nel senso di libera da pregiudizi di parte. L'interconnessione coi suoi molteplici vantaggi, tra cui quello di poter continuare i propri studi persino nel mezzo di una pandemia, avviene su una piattaforma in cui il dialogo critico cessa di essere dialogo in quanto la libertà di espressione viene minata da una censura unilaterale che non permette alcuna forma di argomentazione. Essa è portatrice della Verità e al tempo stesso giudice di questa. I quattro pilastri GAFA (Google, Amazon, Facebook, Apple) di cui Franklin Foer ha tracciato la storia dalle origini in "World Without Mind" mostrano in occasione di questa pandemia pareri perfettamente in linea a quelli di molti governi e a essere in gioco da un punto di vista sovrastorico sono le nostre libertà fondamentali, in particolare di espressione. Un dialogo unilaterale cessa di essere incontro (dià) tra discorsi (lògoi) e diventa indottrinamento. La filosofia rimane allora l'unica difesa da opporre e "γνῶθι σεαυτόν"(gnōthi seautón: conosci te stesso), l'insegnamento che recava scritto il tempio di Apollo a Delfi diventa un invito a riflettere a proposito della mente umana. Per preservare la libertà intellettuale diventa necessario diventare consapevoli dei propri limiti e debolezze, di quale possa essere in una situazione del genere la struttura di un controllo di massa e i modi in cui la psiche umana e la capacità di giudizio possano essere manipolate. Avendo perso la fiducia nei mezzi di informazione, mi rivolgo alla realtà locale del vicinato per vedere quale sia la disposizione d'animo nei confronti di questa situazione e la paura è il sentimento prevalente. Da questa si origina un clima di ostilità e odio da 'caccia agli untori' che aleggia nell'aria e si concretizza nelle testate dei giornali dove si legge che il numero di delazioni sono in aumento. Il terrore secondo la Arendt era, accanto all'ideologia, l'essenza del potere totalitario, e per questo dovrebbe essere gestito con cautela. Il modo in cui i bollettini quotidiani sul numero di decessi vengono presentati ogni giorno non sembrerebbe però tendere in questa direzione. 
Più sottile è l'opera di convincimento operata attraverso il bombardamento continuo di notizie a tinta unica, la censura e il fatto che il suo uso non venga contestato apertamente, perlomeno sulle grandi testate. La riflessione orwelliana nel celebre romanzo 1984 sottolinea come la realtà e il passato risiedano oltre che nei documenti scritti alla portata di tutti, nella mente umana e solamente in essa. "What is nameless is unimaginable" scrive Orwell a proposito dell'invenzione di un linguaggio nuovo, il cui vocabolario ristretto avrebbe eliminato ogni associazione che avrebbe potuto portare alla formulazione di un pensiero in contrasto a quello dominante, ma penso che questo si possa estendere al voluto oscuramento di fonti attendibili la cui consultazione può offrire un punto di vista differente e il cui contenuto può rivelarsi indispensabile al bene collettivo. Il linguaggio e la sfera dell'emotività possono così diventare oggetto di manipolazione attraverso forme di persuasione che sfruttano i tratti prerazionali della natura umana e questa pandemia sta mostrando, come mai è stato possibile, i lati d'ombra che un'umanità senza lo spirito critico coltivato dalla filosofia si trova a vivere inconsapevolmente, di fronte alle tante potenzialità, positive e negative, offerte dal mondo informatico. 
Recitava il coro dell'Antigone di Sofocle a proposito dell'ingegno umano:

"Padrone assoluto  
dei sottili segreti della tecnica,  
può fare il male quanto il bene"
(traduzione di  M.G. Ciani)

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L'intento di questo blog è quello di mostrare come la riflessione intorno al concetto di Struttura riveli la profonda interconnessione...