venerdì 24 aprile 2020

Riflessioni di Percorso: Struttura e Natura, Artificiale e Naturale: l'Archibiotica

L'antitesi tra 'struttura' intesa come un artefatto umano il cui principio vitale è alieno ad esso ( si veda il post riflessioni di percorso 1) e 'natura' delineata negli scritti di Heidegger è un tema caro al nostro tempo e pone grandi sfide all'ingegneria del futuro che, come realizzarono ingegneri come Vilfredo Pareto e Filippo Burzio, non può disinteressarsi al contesto umano e sociale a cui sono indirizzate le proprie opere. Fin dall'antichità la Natura ha rappresentato la primaria fonte di ispirazione per le nascenti discipline tecniche, la meccanica e l'architettura le quali procedevano da un'iniziale osservazione di questa per trovarne i canoni da replicare, da riprodurre, dai colonnati dei templi greci alle cattedrali gotiche di Villard De Honnecourt. Vittorio Marchis  in "Ingegneri della divinazione, dagli aruspici agli scienziati del Santa Fé Institute, sotto lo sguardo di Vilfredo Pareto" scrive infatti di quel Michel Foucault che nel suo libro Les mots et les choses(1963) spiega come da una episteme antica dominata dai criteri di "somiglianza" e "similitudine" si passò alla episteme della scienza nuova caratterizzata dal principio della "rappresentazione", dove la misura e l'ordine sono alla base di quella rivoluzione scientifica che Alexandre Koyré definirà nella transizione "dal mondo del pressappoco all'universo della precisione".
E l'ingegneria del futuro guarda proprio in questa direzione, ne sono prova i progetti visionari di Vincent Callebaut, architetto e designer belga che si propone di creare delle strutture organiche e biomimetiche per rinaturalizzare le nostre città e creare degli ecosistemi urbani integrati. Questi vogliono essere una risposta alle esigenze di riduzione dei consumi energetici, conservazione e recupero della biodiversità e limitazione degli effetti dei cambiamenti climatici. Fu egli a coniare il termine Archibiotica fondendo insieme le parole archittetura, vita (βιος) e ICT(Information and Communication Technology) in quanto la produzione sia energetica che alimentare avverrebbe in loco, seguendo un ciclo di autosostentamento. I suoi progetti si ispirano ad alcuni principi ancestrali di visione di fusione totale fra attività umane e naturali ma, al tempo stesso, spingono il pedale dell'ingegnerizzazione sfruttando l'innovazione tecnologica e l'interconnessione.
Di seguito il suo progetto "Paris Smart City 2050" presentato nel 2015 per rendere la città interamente verde:



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L'intento di questo blog è quello di mostrare come la riflessione intorno al concetto di Struttura riveli la profonda interconnessione...